Parte 1/2
Il Forte e Gavi dal ponte di Borgonuovo, la
torre con il ponte levatoio che dava l'accesso alle mura della città e la
garitta al centro del ponte. (Stampa del 1700)
Gavi e Il Forte fotografati dalla strada (in
basso a destra) che sale al Santuario di Nostra Signora della Guardia
a 403 msl.
Scorcio della Val Lemme; Il Forte sul Monte Moro
e Gavi di Ponente ai suoi piedi, all'orizzonte l'Appennino che la divide
da Genova. L'inizio dell'altipiano di Vallegge (in basso a destra nella
foto) che affianca il Lemme.
Vista da Ponente. Vecchia cava delle Chiappe sul
fianco del Monte Moro sotto il Forte (questa pietra era usata per
costruire). Il Lemme che costeggia Gavi e prosegue per Basaluzzo.
Piazza Dante, il "Piaggio" e sulla destra la strada per Carrosio.
Il palazzo delle scuole elementari
Leopoldo Gaetano Romano in Piazza Dante e tutto intorno, quello che oggi é il
centro e la parte nuova di Gavi, qui appare ancora come la periferia
semidisabitata della città. Sulla destra si vede il vecchio Calzificio Morasso, chiuso negli anni '70, che all'epoca era un pilastro portante
dell'economia e dell'occupazione a Gavi.
Panoramica di Levante; ingresso principale di
Gavi arrivando da Arquata-Serravalle Srivia, la stradina da sinistra é Via
S. Eusebio.
Ponte di Borgonuovo. Costruito interamente in
pietra ha resistito a inondazioni che lo hanno scavalcato.
Gavi, panorama da sud-ovest
Gavi dal Forte
Foto d'epoca della Cheirasca.
Gavi Panorama da Sud-Ovest (Fine 900)
Località Baracchino, a sinistra il "Macello Civico" oggi Enoteca e
Ristorante.
(Fine 900)
Vecchio ponte del Neirone (dal nome del torrente
che si vede sotto il ponte), all'ingresso di Gavi; unico accesso entro le
mura della città da ponente, passando da una delle tre porte di Gavi,
chiamata "Porta delle Chiappe".
Da sotto il ponte, si vede l'Antico Molino
Neirone , l'acqua incanalata a monte, per caduta fa girare la grande
ruota, che a sua volta aziona la macina e tutti i meccanismi per una perfetta
macinazione del frumento; mantenuta in perfette condizioni dai proprietari e
tuttora funzionante e attiva.
(Vedi pagina dedicata)
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Seconda parte e altre foto
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Gavi é stata definita a ragione, un "piccolo scrigno di
arte e di storia".
* * *
La città di Gavi é al centro della valle del Lemme o Vallemme,
geograficamente, storicamente e commercialmente.
La Valle del Lemme (vedi sito), cosi' chiamata
dal nome del torrente che la scorre, nasce dalla Bocchetta, antico passo
appenninico tra Liguria e Piemonte.
Questa valle é sempre stata nel corso dei millenni una tra le piu'
importanti delle vie per il transito sia militare che mercantile dal mare
di Genova e le terre continentali .
Il Lemme lungo una trentina di chilometri sfocia nell'Orba a Basaluzzo,
qui si delinea la Pianura Padana.
La vallata, stretta e prettamente appenninica dalla Bocchetta a
Fracconalto attraverso Voltaggio sino a Carrosio, all'altezza di Gavi si
presenta allargata e panoramica e si restringe subito sino a chiudersi
appena fuori dall'abitato.
Fino a Francavilla si susseguono, la piccola pianura di Vallegge,
l'altopiano di Rovereto e la Piana di Bisio a destra del Lemme, mentre a
sinistra, la picccola pianura della Mignona e l'altopiano di San
Cristoforo.
A Francavilla i contrafforti muoiono e le colline svaniscono verso la
piana alessandrina.
* * *
Citata in documenti anteriori al 1000, Gavi appartenne al comitato di
Tortona, poi ebbe Signori propri, i marchesi di Gavi, che nel 1162 si
posero sotto la protezione di Alessandria e nel 1202 cedettero i loro
diritti a Genova.
Nel 1349 passo' ai Visconti, poi a Genova, alla quale rimase fino alla fine
del XV sec., quando divenne feudo dei Guasco.
Nel 1528 ritornò a Genova, di cui seguì le sorti fino al passaggio ai
Savoia.
* * *
Dal 1860 fa parte della provincia di Alessandria, oggi ha circa 4.500
abitanti, ma ancora all'inizio del secolo superavano le 8.000 unità; ecco
giustificato il titolo di città che da sempre possiede e le compete.
Dagli anni Sessanta con la motorizzazione popolare e quindi con la nascita
del turismo periferico,
la valle del
Lemme, ma sopratutto Gavi dove confluiscono diverse strade nevralgiche
é tornata ad essere percorsa, visitata ed assaporata, recuperando il suo
ruolo di centro viario tra Genova e il nord, che già in tempi passati
aveva contribuito a conferirle una notorietà economica ed artistica.
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Palazzo Pinelli-Serra
Nel cuore del centro storico
di Gavi svetta il Palazzo che i Pinelli, nobili ghibellini genovesi, ancor
oggi presenti nel castello di Tagliolo, fesero costruire all'inizio del
600.
E' probabile che venisse ordinato da Agostino Pinelli, Doge di Genova dal
1605 al 1611. Di sobria bellezza è a tre piani decrescenti, con il tetto a
forti spioventi ed un tempo, come s'intravede, era classicamente
affrescato. Ha un notevole androne, sfociante nel vasto e già bel giardino
per mezzo di una loggia a tre cornici che regge la sala delle feste del
piano nobile con tre finestre sulla via e tre sull'interno che si aprono
in un balcone a mensole, con bella ringhiera, forse successivamente
inserito.
Nel 1813 venne acquistato dai
Serra, marchesi genovesi con vaste proprieta' terriere a Gavi. Nell'ultima
guerra venne adibito a ginnasio-liceo dalle Suore Pietrine.
Fu ceduto nel 1948 alla
famiglia Milanesi, mentre il palazzotto minore, artisticamente simile, sul
lato opposto del guidino in Via Mameli, fini' agli Allara.
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La Cheirasca
Costruita nel 6OO dalla nobile
famiglia novese dei Ricchini, è un grosso edificio che circonda due
cortili interni di cui
quello posto a ponente serviva da parte patronale e l'altro il
rustico.
Sulla lasciata presso il
portone principale si apre la chiesetta dedicata alla Madonna della
Salute, dove nell'interno in alto si apre una grata delimitante il posto
dei nobili cui vi accedevano direttamente dal piano nobile. La stessa
particolarità è presente nella Cappella della Toledana.
Interessante lo scalone esterno che dal cortile porta al primo piano.
Ancora ben conservati gli affreschi delle due meridiane (verso sud quello
esterna e verso levante quella in cortile) e dello stemma. Una parte della
costruzione, che comprende un centinaio di stanze, era servita per le
vacanze estive di studenti benedettini e sono tuttora visibili le
camerette numerate.
Nel 1872 la fattoria era passata ai Romanengo di Genova che cedettero per
£. 200.000 all'agente di cambio Folz nel 1924 dopo una breve appartenenza
a Ottonello passo' ai Carmi nel 1935.
Recentemente la parte
dell'edificio che separa i due cortili e già adibita a filanda è
stata in
modo bello e razionale, ristrutturata.
Sull'etimologia di Cheirasca, che è anche il nome della piccola valle dove
sorge, si
può pensare dai radicali cher e asco a " pascolo sul
ruscello", anche se in carte militari
dell' 800 appariva sotto la forma dialettale di • Cajasca .
Questo articolo é stato pubblicato in "Ieri e oggi di Gavi", numero
unico a cura della Pro Loco di Gavi del maggio 1975
***
Nel 1988
l'edificio fu venduto dai Carmi, ristrutturato e trasformato in
Albergo Ristorante Centro Congressi, mantenendo la bellezza e
le caratteristiche architettoniche
originali.
Seconda parte e altre foto
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