
NOTIZIE STORICHE E DEMOGRAFICHE
NUMERI UTILI
Guardia Medica - Gavi - |
(0143) 642551 |
Distretto U.S.S.L. N. 22 - Gavi - |
(0143) 642551 |
Carabinieri - Gavi - |
(0143) 642708 |
Comando Stazione Forestale - |
(0143) 643964 |
Vigili del Fuoco - Novi Ligure (AL) - |
(0143) 2222 |
Ufficio Postale - Gavi - |
(0143) 642753 |
C.R.I. - Gavi - |
(0143) 642263 |
Gruppo Protezione Civile - |
(0143) 645331 |
Città di
GAVI
Regione: Piemonte - provincia : Alessandria
abitanti: 4500
Altitudine: 233 m. s.l.m.
Ampiezza territorio: 5090 ettari
Prefisso telefonico: 0143 - c.a.p. 15066
Comune di Gavi, via Mameli, 44 -
Tel. 0143.642712,
fax 0143.643280
Principali vie di accesso:
da Torino: A21 - uscita Alessandria Est km 120
A21/A26 - uscita Novi Ligure km 120
da Milano: A7 - uscita Serravalle Scrivia km 100
da Genova: A7 - uscita Vignole Borbera km 50
A26 - uscita Ovada km 60
Strada della Bocchetta km 39

In questo sito
si vogliono dare informazioni brevi e sintetiche per informare il navigatore
senza impegnarlo in una lettura a video già poco piacevole e che diventa pesante
se troppo introdotta nei dettagli. Si cerca invece di dare il più illustrazioni
possibili per rendere queste pagine piacevoli e distensive.
Coloro che
giungono a Gavi, anche per una gita di poche ore, possono visitare monumenti
ricchi di storia millenaria come il Forte, che domina l'abitato, il Portino, la
Chiesa Parrocchiale di San Giacomo, gli oratori e molti edifici e reperti
archeologici che testimoniano la grandezza e lo splendore che furono di questo
antico borgo.
È d'obbligo poi raggiungere il centro della cittadina per visitare i numerosi
negozi e le botteghe artigiane, nonché gustare le specialità enogastronomiche,
come gli amaretti, i ravioli (si dice siano stati inventati proprio qui) e
l'immancabile "Gavi", il famoso delicato e ottimo vino bianco che della città
porta il nome.
E grazie al terreno particolarmente fertile, al clima ideale e soprattutto alla
tenacia dell'uomo, che la vite, da queste parti, premia le fatiche con raccolti
di uve pregiate che, attraverso una sapiente vinificazione, producono questo
vino rinomato anche in campo internazionale.
La leggenda narra che la
principessa Gavia, figlia di Clodomiro re dei Franchi, sposatasi contro il
volere della corte, giunse a Gavi per sfuggire alle truppe del re. Qui gli sposi
vi trovarono acque, boschi e pace, tanto da decidere di fermarsi. Scoperti, i
due, con il permesso del Papa, poterono stabilirsi ugualmente a Gavi e la regina
dei Goti, Amalasunta, assegnò loro il potere sul territorio.
La principessa era bella e Cortese; da qui il nome del vitigno che da
origine al Gavi. Molteplici e interessanti sono le manifestazioni che si
svolgono su tutto il territorio gaviese; tali proposte hanno il duplice
obiettivo di conservare e far conoscere ai turisti quello che è la cultura, la
tradizione, la enogastronomia del territorio gaviese.

CENNI STORICI
Gavi ha origini molto antiche e piuttosto incerte;
ritrovamenti fanno supporre l'esistenza della stazione neolitica di Cavatium da
cui il latino Gavium.
Le cronache citano l'esistenza di un "castello"
sulla vetta della roccia di Gavi: in esso, la leggenda vuole che trovasse
rifugio dai suoi persecutori la principessa Gavia. Caduto l'impero romano, Gavi
rimase d'ambito bizantino, poi franco. Il ritrovamento di resti di armi arabe
documenta la presenza dei Saraceni (X secolo): da allora la parte est del
monte è denominata appunto Monte Moro.
Notizie storiche certe sul
Castello di Gavi si hanno nel 973. In quel periodo Gavi apparteneva alla
famiglia degli Obertenghi. Da questi discese il ramo marchionale che dal XII
secolo assunse il titolo "di Gavi". Primo marchese di Gavi fu Guido, insediatosi
in loco intorno al 1065, il quale verso il 1116 cedette il marchesato al figlio
Alberto.
Durante il lunghissimo dominio di Alberto (60 anni), Gavi, contornata
da potenze in netto sviluppo quali il vasto comune di Tortona, il Marchesato Aleramico e Genova, e in posizione commercialmente strategica, vide svilupparsi
la sua potenza e diventare pedina ambitissima.Gavi si trovò spesso al centro di
dispute e di alleanze, godendo di un periodo sereno solo durante il dominio
dell'imperatore di Svevia Federico 1, noto come Barbarossa, legato da amicizia
ai marchesi di Gavi ed in possesso di una torre sul Castello in cui soggiornò
più volte.
Alla morte del Barbarossa (1190) le sorti del marchesato di Cavi
andarono sempre più declinando fino a quando il 16 settembre 1202 con atto
ufficiale, passarono ai Genovesi il borgo, il castello e la curia, composta da
Tassarolo, Pasturana, Montaldo (Rigoroso), Amelio, Croce e Gottorba, e tutto il
loro territorio oltre Scrivia. Da allora le vicende di Gavi e del suo Forte
furono ,strettamente collegate a quelle della Repubblica di Genova.
Nel decennio
1348-1358 Gavi ed il suo Castello -trono sotto il dominio della nobile famiglia
dei Visconti. Nel 1359 Gavi ritorna in possesso della Repubblica di Genova
seguendone le vicissitudini, fino a quando, tra alterne vicende, ritorna ai
Visconti. La seconda signoria dei Visconti ha inizio nel 1418, aoi il castello
viene ceduto ai Fregoso e, nel 1468, alla famiglia dei Guasco di Alessandria.
Nel 1528 Gavi e il suo Forte ritornano sotto il dominio della Repubblica di
Genova.
Si apre finalmente un lungo periodo di pace. Nel 1625, Gavi ed il suo
Castello furono interessati dalla guerra tra Genova ed i Franco-Piemontesi. In
tale occasione sostò a Gavi il celebre Cartesio. Verso la metà del '700 la
fortezza di Gavi fu per un breve periodo sotto il dominio austriaco che durante il periodo napoleonico fu teatro di battaglia tra le truppe francesi e
quelle austriache.
Infine, in seguito al trattato stipulato tra Francia, Austria
ed Inghilterra, nel 1814, la repubblica di Genova fu soppressa ed il suo
territorio fu trasferito sotto il dominio del Re di Sardegna Vittorio Emanuele I.
Gavi vista dal Forte
IL FORTE DI GAVI
Data la posizione strategica si suppone l'esistenza di una roccaforte fin dal
periodo preromano o più sicuramente romano. Nel periodo medioevale il Forte si
presentava come un castello ornato da due torri a pianta trapezoidale e con alte
mura che lo rendevano inviolabile dai mezzi di guerra dell'epoca.
Quando,
nell'assedio del 1625, l'esercito francese e savoiardo impiegò per la prima
volta l'artiglieria si comprese che la struttura del Forte non era più adeguata.
I rettori della Repubblica di Genova si convinsero della necessità di
irrobustire il castello e per far questo fu incaricato uno dei più grandi
esperti di costruzioni militari, il Fiorenzuola.
I lavori iniziarono nel 1626 e
durarono 4 anni trasformando il castello nell'attuale possente fortezza.
La
Fortezza poteva ospitare una guarnigione che poteva raggiungere i 1000 uomini.
L'ultima battaglia di cui fu teatro il Forte è del periodo
napoleonico, quando fu l'unico caposaldo francese in Italia a non capitolare
agli austro-russi prima della vittoria di Napoleone a Marengo, il 14 giugno
1800.
Nella seconda metà dell'800 la fortezza fu disarmata (decreto del 12 novembre
1854) e divenne reclusorio penale, rimanendo tale fino al 1907.
Durante le due guerre mondiali fu utilizzata come campo di prigionia.
Il Forte di Gavi è, oggi, affidato alla Soprintendenza dei Beni Ambientali e
Architettonici del Piemonte che ne ha curato i numerosi restauri e che continua
nella sua opera di ricerca e di recupero.
Dalle ore 9,30 visite guidate ogni ora fino
all'ultima alle ore 15,30; chiuso il lunedì (eccetto quello di
Pasqua e la settimana della cultura), Natale e Capodanno. Per i
gruppi è necessaria la prenotazione da effettuarsi via telefonica al
n. 0143-642679 Per visite singole non occorre la prenotazione.
La visita è sempre guidata da personale specializzato del Forte.
Prezzo del biglietto di entrata: Al di sotto
dei 18 anni e sopra i 65 i visitatori non pagano Scolaresche
ingresso gratuito Biglietto 18 - 25 anni: 1 euro Biglietto
intero: 2 euro Ridotti: insegnanti senza scolaresca, personale
dello stato, studenti universitari in materia di Beni architettonici
e culturali.
IL PORTINO
È
l'unica superstite delle quattro porte, di accesso
al borgo, di un sistema difensivo basato sulle mura che scendevano dal Forte e
che circondavano l'intero abitato di Gavi. La struttura, di inizio XIII secolo,
si presenta oggi come una torre a pianta rettangolare, coperta da un tetto a
quattro spioventi; originariamente la torre non aveva tetto ma terminava con una
merlatura.
 Portino
Pieve
di S.Ilaria

IL PALAZZO
COMUNALE
I'edificio, risalente al XIII secolo, è
caratterizzato da elementi strutturali e decorativi riaffiorati a seguito
dell'ultimo restauro. Sulla facciata sono emerse ampie arcate, in pietra, a
sesto acuto: due al piano terreno, dove anticamente esisteva il porticato, e due
al primo piano, dove sottili colonnine, sormontate da capitelli a foglie
d'acqua, indicano l'antica esistenza di due trifore, sormontate da una cornice
scolpita a motivi geometrici tipici dell'arte gotica.
LA CHIESA
PARROCCHIALE
La chiesa madre per Gavi era la Pieve di S..Ilaria
sul Lemme (anno 1000), sita sulla strada per San Cristoforo e da molto
tempo abbandonata e sconsacrata. Fu costruita prima del 1000, forse sui resti
di un preesistente tempio longobardo-bizantino, su una roccia sporgente sul
Lemme, a strapiombo sull'ampia ansa creata dal fiume. Dell'attuale parrocchia,
la Chiesa di San Giacomo Maggiore, il primo documento che ne conferma l'esistenza è del 15 Agosto 1172, anno in cui gli Alessandrini
giurano fedeltà e vassallaggio al Marchese di Gavi.
La facciata è in purissimo stile romanico, intatta come quando la
Chiesa fu eretta, in arenaria locale, nella seconda metà del XII secolo, sui
resti di un ospizio per i pellegrini in viaggio verso il santuario di San
Giacomo di Compostella. Il portale, decorato di colonne agilissime e lavorate
a trecce nell'arco, ospita nell'architrave "L'Ultima Cena". Bellissimo
il tiburio della torre campanaria, a pianta ottagonale non equilatera. Sul
lato destro della chiesa si trova un caratteristico porticato aperto su un
piccolo giardino a terrazzo da cui si gode un'ampia visuale sul paesaggio
circostante. Molte opere d'arte si trovano all'interno della Chiesa. La festa
"grande" della chiesa e di Gavi è il 25 luglio giorno del titolare
della Parrocchia, San Giacomo Maggiore, patrono della
Città di Gavi.
San Giacomo
GLI ORATORI
Esistono in Gavi tre Oratori che conservano
all'interno pregevoli opere d'arte e che sono sede di tre antiche Confraternite,
associazioni pubbliche di fedeli, ancora oggi molto vitali nel perseguire e
diffondere la fede in Cristo e nella conservazione delle antiche tradizioni.
Negli Oratori si celebrano più funzioni nell'anno liturgico.
ORATORIO DEI BIANCHI dei SS. Giacomo e Filippo
Arciconfraternita `Morte et Oratione' - 1399
E' il più antico tra gli oratori ebbe origine
da un gruppo provenienti dalla Provenza, i `flagellanti".
I compiti della Confraternita erano la sepoltura dei defunti meno abbienti e dei
prigionieri del Forte, la gestione dell'Ospedale, che dava ospitalità ai più
disagiati, e del Monte del Grano. La festa della Confraternita con la
tradizionale processione, dove gli uomini indossano le cappe nere e le donne
sono vestite di nero, si celebra la domenica dell'Ottava del Corpus Domini.
ORATORIO DEI TURCHINI
Confraternita di 'N.S. Assunta'- 1575
Lo scopo sociale della Confraternita era la gestione
del "Monte di Pietà" che concedeva prestiti, senza praticare interesse
alcuno, a chi era in difficoltà finanziarie. Lo scopo religioso della
Confraternita era ed è la devozione Mariana; l'affermazione del culto alla Madre
di Dio era, nel periodo della riforma protestante quando la Confraternita
nacque, anche un segnale dell'identità cattolica. La festa della Confraternita
con tradizionale processione, nella quale i confratelli portano a spalle la
statua dell'Assunta si celebra il 15 agosto solennità della Madonna Assunta.
ORATORIO DEI ROSSI
Confraternita 'S.S. Trinità'- 1602
Le prime notizie riguardanti la confraternita della
SS. Trinità sono dell'inizio del 1600. I terziari di S. Francesco fondarono una
cappella sulla strada di Alice, poco fuori la porta di Borgonuovo, e la
dedicarono alla SS. Trinità. Lo scopo sociale della Confraternita era la
gestione del "Monte del Grano" e del forno con negozio dove si vendeva il
pane e i generi alimentari a basso prezzo.
La festa della Confraternita con tradizionale processione, nella quale i
confratelli portano a spalle la statua della `SS. Trinità', si celebra la
domenica della `SS. Trinità'
.
SANTUARIO DI N.S.
DELLE GRAZIE, CONVENTO FRANCESCANO DI VALLE
Il Santuario, meta per secoli di pellegrinaggi, si
presenta oggi, nell'assommarsi di strutture cinque, sei, settecentesche, su
quello che fu il quattrocentesco nucleo originale. All'origine dell'attuale
complesso edificio vi era un'edicola, attorno alla quale, in seguito al
passaggio di San Bernardino da Siena in pellegrinaggio apostolico, fu costruito,
intorno al 1450, l'oratorio di San Bernardino, nome che si aggiunse a quello più
antico di Santa Maria delle Grazie. Con il tempo sorse un ospizio per i
pellegrini che poi diventò convento, nel XVIII secolo si ebbero i lavori di
ampliamento e le trasformazioni più imponenti che fecero assumere al Santuario
la struttura attuale.
La festa del Santuario si celebra l'8 settembre giorno di N.S. delle Grazie.


SANTUARIO di N.S.
DELLA GUARDIA
Il Santuario di N.S. della Guardia fu eretto, in meno di quattro mesi, nel 1861
grazie al lavoro della popolazione di Gavi e delle popolazioni dei paesi
circostanti. Sorge sull'ameno colle dei Turchini, in vista di Gavi, ed è un
magnifico tempio a croce greca, di forme svelte ed eleganti. Ha il pavimento in
marmo pregiato rosso di Levanto; vi sono tre altari: uno dedicato al Sacro Cuore
di Gesù, il secondo allo Sposalizio di Maria Vergine c il maggiore, sormontato
da splendida nicchia, accoglie la statua in legno della Celeste Guardiana.
La festa del Santuario si celebra il 29 agosto giorno di N.S. della Guardia.
.jpg)
PALAZZI SIGNORILI E
VILLE RINASCIMENTALI
Degni di nota i numerosi palazzi signorili gotici e rinascimentali, che si
incontrano passeggiando nel centro storico, e le splendide ville rinascimentali,
che si trovano al centro di vaste tenute sulle colline circostanti, sontuose
dimore tutte di proprietà privata, molte delle quali sono oggi sede di rinomate
aziende vitivinicole
Nota particolare per la strada Lomellina, bellissima da percorrere, che
attraversa, immersa nel verde, luoghi di raro fascino così come la strada da
Gavi-Carrosio-Voltaggio fino ai passi della Castagnola e della Bocchetta
alla sorgente del Lemme o percorrendo la vecchia via del sale attraversando la
località Cheirasca.
FRAZIONI, BORGATE E
LOCALITA': ALICE, MONTEROTONDO, NEBBIOLI. PRATOLUNGO. ROVERETO,
SOTTOVALLE.
Gavi è contornata su ogni direttrice stradale da numerose frazioni, borgate e
località, tutte ben delineate, con vita autonoma, specie in passato, rispetto al
capoluogo. Ciascuna è provvista dei propri centri di vita sociale, la Chiesa, il
Cimitero, la Pro Loco o il Circolo e, fino a poco tempo fa, la scuola
elementare.
Nel sito www.vallemme.info ulteriori
informazioni e illustrazioni sui paesi che costeggiano il torrente Lemme dalla
Bocchetta-Castagnola, dove nasce, giù lungo la valle attraversando i paesi di
Voltaggio, Carrosio, Gavi, San Cristoforo, Francavilla Bisio, Basaluzzo.
ATTIVITA'
COMMERCIALE E GASTRONOMIA Gavi, fin dai tempi antichi, è stata un luogo di sosta per
i mercanti che portavano le loro merci dalla Liguria alla pianura padana e
viceversa. Questa posizione strategica sulla "Strada del Sale" con il
conseguente incontro di merci e di uomini ha favorito la nascita di una
tradizione commerciale e gastronomica notevole. Passeggiando lungo le
caratteristiche vie cittadine, ricche di testimonianze storico-artistiche, si ha
la possibilità di far shopping in negozi e botteghe artigiane che, per qualità,
scelta e cortesia, non hanno niente da invidiare a quelli delle più grandi
città. Per la gastronomia è d'obbligo citare i ravioli, che la leggenda dice
essere nati nella locanda della famiglia Raviolo, i taglierini e le lasagnette,
i minestroni, che variano secondo la stagione, le focacce, stirata al mattino
e di patate
al pomeriggio. le
torte di riso. di bietole e pasqualina. Da ricordare inoltre il
risotto al Gavi, l'insaccato di maiale "testa in rassetta", i piatti di
funghi e la ricca tradizione dolciaria: i canestrellti di pasta frolla, le
schiumette, il pandolce, il latte di gallina, i malfatti al miele e al Gavi ed i
supremi amaretti di Gavi.
IL GAVI D.O.C.G.
( Sito dedicato:
www.gavi-winetcetera.com )
Con il riconoscimento della DOCG, nel 1998, il Gavi
ha completato il percorso che lo ha reso famoso in tutto il mondo.
I primi impianti razionali in grande stile di Cortese, vitigno autoctono già
citato nel Seicento, risalgono all'ultimo quarto del XIX secolo. L'affermazione
del Cortese di Gavi, la specializzazione vitivinicola, la spinta qualitativa e
promozionale delle grandi aziende portarono al riconoscimento, nel 1974 della
DOC e alla recente D.O.C.G. Attualmente la ricerca enologica delle grandi
aziende è rivolta a produrre, oltre al classico bianco profumato e fresco, vini
più strutturati e longevi.
Vitigno: Cortese; Colore: paglierino;
Profumo:
delicato, ha sentore di frutta fresca;
Sapore: asciutto, pieno, gradevole digusto fresco e armonico;
Gradazione: minima naturale 10 gradi;
Acidita' totale minima: 5 per mille; Invecchiamento per legge non
prescritto.
Inizio
pagina
|